Alex seguì le impronte fino alla strada, dove sparivano all’improvviso. Il ragazzo sentì qualcosa sotto le infradito, sollevò il piede e un raggio di sole scintillò su qualcosa di metallico.
Si abbassò a raccoglierlo e capì che era un braccialetto d’oro, con una piastrina incisa.
Nell’incisione c’erano una R e una V all’interno di un cuore. Alla catena c’erano anche appesi due ciondoli a forma di guantoni.
Sembrava il braccialetto di un ragazzino.
Alex si guardò intorno in cerca di un proprietario ma la strada era deserta.
Rientrò in casa e poggiò il gioiello sul tavolo. Si versò un caffè e iniziò a ragionare.
Il letto vuoto, il bicchiere rotto, il cellulare abbandonato, i vestiti intatti, l’orologio sul comodino, le impronte di fango e infine il braccialetto.
Era successo qualcosa a Victoria.
Adesso ne era certo.
Mentre si scervellava, il suo cellulare vibrò per informarlo che era appena arrivato un messaggio di Facebook.
Aprì l’applicazione e vide che era un messaggio di Ginevra, la sua ex.
Uno strano disegno, che sembrava fatto in fretta.
Pensò che era il solito tentativo di Ginevra per attirare la sua attenzione. Non le rispose neanche.
Si mise a sfogliare meccanicamente le foto di Victoria e capitò sull’album del suo ex, Richard. Scorse le foto con un misto di gelosia e invidia. Richard era molto più figo di lui, aveva il fisico molto più scolpito, i denti più bianchi e un’abbronzatura molto più bronzea. La bellezza odiosa dei wrestler da televisione. In una foto erano abbracciati l’una all’altro e facevano proprio una bella coppia, lei con la sua pelle nocciola e i capelli neri afro che le incorniciavano il viso sempre sorridente.
Alex si accorse che Richard aveva un braccialetto dorato al polso sinistro, un braccialetto identico a quello che aveva trovato per strada.
Non poteva essere un caso.