Episodio 2 – Una pista da seguire

Mi precipito fuori dal negozio e giro il cartello su “CLOSE”.
La settimana scorsa sono andato alla partita dei Wembley Lions, la mia squadra di hockey sul ghiaccio del cuore, e sono passato di fronte a uno studio di tatuaggi. L’insegna dello studio aveva un drago molto simile a quello che il killer lascia sulle vittime.

Le strade sono strette e poco affollate e mi devo ancora abituare ai palazzi così bassi e così europei. Prendo la Central a Blackfriars e scendo a Leyton. Cammino a passo spedito verso la Riverbank Arena e mi fermo allo studio di tatuaggi “Dragon Skin”, entro.
Mi viene incontro un colosso pieno di tatuaggi con i capelli afro e con il piercing al sopracciglio e la cresta rosso fuoco.
«Come butta? Io sono Skin» chiede tendendomi la mano.
Non ho tempo per i convenevoli, tiro fuori il distintivo.
«Detective Ashfield, sto indagando su un serial killer che si firma con un tatuaggio simile alla vostra insegna…» dico estraendo la foto del tatuaggio dal fascicolo.
Skin guarda la fotografia, se la rigira fra le mani e poi me la restituisce.
«Bello, mettiti gli occhiali, questo drago non c’entra niente con la mia insegna e con i miei tatuaggi. Sembra più il drago del mio liceo…»
«Ne sei sicuro?»
Skin si solleva la maglietta e mi indica un simbolo mischiato in altri segni, teschi, serpenti e scritte in lingue strane.
«Questo è lo stemma del college che ho frequentato, il Duncan College in Ropery Street. Ora, se non vuoi farti tatuare, togliti dai piedi!» e se ne torna nello studio.
Duncan College in Ropery Street, è lì che devo andare.

I college inglesi sembrano tutti usciti da Harry Potter. In confronto, i licei americani sembrano riformatori. Vado dritto in biblioteca e cerco la sezione degli annuari.
Prendo l’unica copia dell’annuario del 2007 e cerco i nomi delle vittime nell’elenco dei diplomati di quell’anno. Sfoglio velocemente, sento che sono sulla pista giusta, finalmente le indagini stanno facendo un passo avanti, potrei vedere la faccia del killer e rintracciarlo. Se sono fortunato entro un mese lascerò quella maledetta pasticceria e me ne tornerò a Washington.
Le mie speranze si infrangono sulla linea strappata di una pagina.
Quella con le foto delle vittime.
«Accidenti!» esclamo con frustrazione.
«Shhh!» mi ordina una vecchietta occhialuta.
Sto per lanciarle l’annuario contro quando squilla il telefono.
«Shhh!» ripete la vecchietta indicando il cartello che vieta l’uso dei cellulari in biblioteca.
Esco a testa bassa e richiamo.
«Agente Ashfield» dico.
«Qui Peterson. Novità sul caso del Drago Nero?» chiede.
«Credevo di aver trovato una pista, ma si è rivelata un vicolo cieco» rispondo a malincuore.
«Non si perda d’animo. Nel frattempo le mando via mail un nuovo caso da seguire. Un rapimento di una bimba di sei anni» ordina.
Difficile non perdersi d’animo quando il caso sul quale stai investendo tutte le tue energie è a un punto morto e devi passare ad altro.

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11 pensieri su “Episodio 2 – Una pista da seguire

  1. Fantastico,Super avvincente sembra vero.non smettete state andando benissimo!Sono anche io dell’ istituto comprensivo IC9 Bologna,ma sono di 4B. OTTIMO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

  2. Mi piace tantissimo !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
    firmato Corinnne

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